Coronavirus - la crisi preme l'acceleratore verso la digitalizzazione, per una vita più normale possibile: e-learning e smart working
martedì 25 febbraio 2020
In seguito ai casi di contagio da Coronavirus registrati in Lombardia e Veneto il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto legge emergenziale volto a contenere il rischio contagio ed evitare la comparsa di focolai a macchia di leopardo. Tra le numerose previsioni emergenziali, uno permette lo smart working anche senza l'accordo lavoratore azienda, come invece previsto dalla normativa vigente in tempi non emergenziali, la legge 81 del 2017. Il tutto nella volontà di arginare l'impatto che questa crisi potrebbe avere sulla nostra economia.
Il decreto fissa dei limiti temporali per lo smart working senza accordo, ovvero il 7 Marzo, e dei limiti geografici, ovvero nelle aree con attività lavorative sospese o limitate. Il Decreto Legge in oggetto è il n.6 del 23 Febbraio 2020, consultabile qui.
Una misura simile era già stata varata, in due diverse occasioni, sempre con limiti temporali: fu in occasione del tragico crollo del Ponte Morandi a Genova e dell'alluvione nel torinese.
In concreto
Il decreto legge stabilisce che, dove possibile, i lavoratori possono ricorrere allo smart working nelle regioni di Lombardia e Veneto senza accordo preventivo, contrariamente alla normativa vigente in termini di lavoro agile. La legge non prevede necessariamente un accordo sindacale, ma almeno un accordo tra il singolo lavoratore e l'azienda, più una comunicazione da inviare da parte del datore di lavoro al portale istituzionale del Ministero del Lavoro.
E gli studenti?
Gli studenti lombardi e veneti invece staranno a casa, ma alcuni avranno la possibilità di continuare a seguire i corsi online. Alcuni istituti infatti stanno organizzando lezioni in e-leraning: un esempio è l'isitituto Tosi di Busto Arsizio che da stamattina ha ripreso le lezioni via internet, tramite software di videoconferenza, con classico appello per le presenze e le assenze tutto via web. E' stato infatti implementato nella scuola un innovativo sistema Mooc, acronimo che sta per Massive open online course. A Saronno il paritario Prealpi farà regolarmente lezione usando piattaforme come Skype e altre. Molte altre scuole invece, che già avevano previsto l'uso dei tablet nell'attività scolastica, hanno già ripreso le lezioni.
La Cina fa scuola: oltre 200 milioni di studenti accedono all'e-learning
In Cina il nuovo semestre scolastico sarebbe dovuto cominciare il 17 Febbraio, poco dopo la fine dei festeggiamenti del capodanno cinese. Il governo ha ovviamente rinviato l'inizio senza una data specifica, ma, in contemporanea ha inaugurato una piattaforma di e-learning su cloud nazionale così che gli insegnanti e gli studenti delle scuole primarie siano in condizione di riprendere a fare lezione. Insomma, anche a scuole chiuse 200 milioni di studenti stanno regolarmente procedendo nel loro percorso formativo.
Gli studenti delle elementari invece seguiranno le lezioni sui canali della TV di stato, mentre gli studenti delle scuole medie e superiori hanno a disposizione una piattaforma online con oltre 170 lezioni di 12 materie differenti: gli insegnanti faranno la loro aggiornando la piattaforma con nuovi materiali. L'utilizzo delle chat, a complemento di questa "rivoluzione digitale obbligata" del sistema scolastico cinese è aumentata dismisura: gli insegnanti danno indicazioni e inviano credenziali di accesso alle piattaforme via Wechat, la più popolare app di messaggistica cinese. L'università di Pechino invece offre 260 su 560 corsi di laurea via live streaming. Per questo il Governo cinese ha mobilitato i tre maggiori operatori di telecomunicazioni cinesi - ChinaMobile, China Unicom e China telecom, insieme a società tecnologiche come Huawei, Baidu e Alibaba, garantendo 90terabyte di larghezza di banda e settemila server.
Insomma in Italia e nel mondo il coronavirus ha posto alle economie e ai sistemi di istruzione grandi sfide che è possibile vincere grazie al ricorso alla tecnologia. Nella crisi di questi giorni la ferrea volontà di garantire lo svolgimento più normale possibile delle vite lavorative e scolastiche delle persone sta premendo l'acceleratore verso la digitalizzazione del nostro paese.